Nel 1940 questo poeta, originario di Oliveros, localitá nel sud della provincia di Santa Fe e trasferitosi successivamente a Rosario, pubblica il libro Poemas con labradores, nel quale esprime il suo amore per la patria, e l’influenza dei suoi antenati immigrati (soprattutto suo padre e suo nonno), nella creazione della patria stessa. In queste quartine di arte maggiore (verso che comprende più di otto sillabe nella metrica spagnola), caratterizzate da una metrica irregolare e da una rima quasi inesistente, seppur scandite da un preciso ritmo interiore, Carlino sintetizza l’epica gringa, appoggiandosi su tre valori essenziali: il canto, il sudore e la lacrima. Il canto fa riferimento a suo padre e alla sua voce mediterranea; il sudore è simbolo dello sforzo audace che osserva in ciascun contadino, e distingue essenzialmente in suo nonno, il quale si impossessó della terra con una tenerezza di amante; infine la lacrima, che si riassume nell’implacabile azione della morte.
“L’opera di Carlino - commenta Armando del Fabro, nel suo saggio “Carlos Carlino, poeta del hombre, del surco y del arado” - aderisce alla terra, alle cose, agli uomini, ai dolori, all’inquietudine della fattoria, e persino l’assenza amara di colui che se ne va alla cittá dopo essersi dissetato con le brezze libere durante anni e anni, pesa nei libri del poeta santafesino con l’impalpabile presenza di una passione e di una nostalgia…”
Il piú importante periodo di creazione letteraria di Carlino inizia nel 1938 con Poemas de la tierra. Dopo di Poemas con labradores (1940) pubblica La voz y estrella y Poesía Litoral (1946). Altra sfaccettatura importante della sua scrittura è la presenza del genere drammatico, nel quale si distaccó a livello nazionale, soprattutto con La biunda (1945), che nel 1952 ottiene il Premio Nazionale di Teatro e l’anno successivo la medalla de Oro de Argentores (Sociedad General de Autores de la Argentina). Completa la sua opera con saggi, principalmente con quello intitolato Gauchos y gringos (1976).
• Premio Nacional de Literatura Regional, 1940, por Poemas con labradores.
• Premio Trienal, Provincia de Santa Fe, 1945, por La voz y la estrella.
• Proclamado por Argentores como el "Mejor dramaturgo del año" en 1952.
• Segundo Premio Nacional de Teatro, Comisión Nacional de Teatro, 1952, por la obra La Biunda.
• Medalla de oro otorgada por Argentores, 1954.
• Premio Martín Fierro como "Mejor Libretista Cómico" por Los trabajos de Marrone, 1960.
• Premio provincial “José Pedroni”, Subsecretaría de la Prov. de Santa Fe, 1980, por Arauz muerto y celeste.
Fuentes:
http://www.carloscarlino.com.ar/obra.php
https://es.wikipedia.org/wiki/Carlos_Carlino#Obras